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Università di Pisa, inaugurati i bagni neutri: scoppia la polemica

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Potremmo definirla come una svolta epocale, visto che all’Università di Pisa, sono stati inaugurati i bagni neutri. Tuttavia, è subito scoppiata la polemica sul simbolo, che ignora le persone non binarie e trans. In particolare, a sollevare la polemica, è stata ‘Sinistra Per’:

“Riteniamo sia necessario far notare che, all’interno di questo percorso, le persone non binarie e trans siano state completamente ignorate. A solo titolo esemplificativo, infatti, nonostante abbiano espresso dissenso verso il simbolo proposto, si è comunque scelto di adottarlo. Simbolo, questo, usato in Svezia per indicare i bagni neutri, ma che comunemente è uno dei simboli dell’orientamento bisessuale; nulla a che vedere, quindi, con l’identità di genere. Abbiamo proposto più volte un’opzione alternativa, ovvero di utilizzare una generica scritta ‘bagno’, perché di questo si tratta, di un bagno. Invece, è stato scelto di usare un simbolo per evidenziarlo come atto politico, senza considerare l’effetto discriminatorio che questo può avere e ignorando che la scelta di non utilizzare simboli, è altrettanto politica e rivendicativa. L’Ateneo, si mostra pubblicamente come inclusivo, scegliendo e ponendo come emblema della sua lotta politica un simbolo che è identificato dalla comunità, che crede di tutelare come qualcosa di completamente diverso. Orientamento sessuale e identità di genere sono elementi distinti, e questo dovrebbe essere ben chiaro a chi si innalza a difensore della comunità”.

Poi, continua: A questa scelta, a nostro modo di vedere miope, si abbina anche lo scarso interesse dell’Ateneo a prendere posizioni nette verso l’esterno. È di poche settimane fa, la decisione del Senato Accademico di non patrocinare per l’ennesima volta il Toscana Pride, probabilmente la più importante manifestazione a supporto della comunità LGBT+. Troviamo irricevibile che l’Ateneo si decori di bagni neutri (in realtà, ad essere più oggettivi, misti), carriera alias, apertura di uno sportello contro la violenza di genere e che nel momento in cui questo suo posizionamento esce dalla comunità studentesca e si rivolge alla cittadinanza nel suo complesso, la sua reazione sia essenzialmente silente e retorica. Riteniamo quindi, la scelta di appiccicare adesivi sulle porte di un bagno incompleta e monca, in quanto l’Ateneo pubblicamente non mostra alcun appoggio politico a questa comunità, ma continua internamente a decidere nelle sue stanze cosa, quando e in che modo tutelarla. Il giorno in cui UniPi sarà libera da quest’incoerenza saremo completamente con lei nella lotta, ma oggi, ci dispiace dirlo, quel simbolo sui bagni, che poi è un semplice adesivo, mostra solamente l’incoerenza e la scarsa attenzione al tema oltre alla ricerca del semplice titolo di giornale”.

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Putin: “Possibile tregua in Ucraina per le prossime Olimpiadi”

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Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha confermato di aver parlato con Xi Jinping, l’omologo cinese, circa la possibilità di una tregua in Ucraina in concomitanza delle prossime Olimpiadi.
Anche se il presidente ucraino Voldymyr Zelensky si è mostrato alquanto scettico su questa evenienza.
Il presidente Xi Jinping ha detto che la Cina “sostiene la convocazione di una conferenza di pace internazionale riconosciuta da Russia e Ucraina al momento opportuno con pari partecipazione e discussione equa di tutte le opzioni”.

Russia e Cina s’impegneranno a rafforzare i legami militari, in base alla dichiarazione congiunta firmata a Pechino dai presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping.

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Filippo Mosca: la Corte di Appello rumena conferma la condanna

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La Corte di Appello, in Romania, ha confermato la condanna a 8 anni e 3 mesi di reclusione nei confronti di Filippo Mosca e Luca Cammalleri.
I due giovani, originari di Caltanissetta, sono rinchiusi nel carcere di Porta Alba, a Costanza, in Romania, da oltre un anno, con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti.

Stessa condanna per una ragazza italiana la cui identità è ignota.

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Dopo 35 anni, torna in vita l’antenato di Google: si chiama ‘Archie’

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Con un’operazione tecnologica all’insegna della nostalgia, degli sviluppatori di The Serial Port hanno fatto tornare in vita quel che fu il primo storico motore di ricerca web ‘Archie’, in pratica l’antenato di Google.
Il sistema Archie fu sviluppato, nel 1989, alla McGill University School of Computer Science (Canada) da Alan Emtage, Bill Heelan e Peter Deutsch: è un sistema che permette di effettuare una ricerca di file su server FTP anonimi.
Con l’avvento di Yahoo e Google, però, finì nel dimenticatoio.

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